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Collezione Primavera Estate 23

Delle sirene non ti puoi fidare. Splendide creature metà donne metà pesce, dai lunghi capelli e dalla voce inebriante, che seducono gli uomini e li portano alla perdizione. Figure potenti che attraversano tutte le epoche e le culture, dalla dea assira Atargatis alla Sirena di Varsavia, dalla principessa-pesce indiana Suvannamaccha alle ningyo giapponesi e la Mami Wata africana, sono il simbolo di tutto ciò che le donne non avrebbero mai dovuto essere: troppo indipendenti, troppo intelligenti, troppo libere, troppo consapevoli.

 

E’ proprio alla potenza di questa figura, alla sua estetica ibrida e scintillante, alla sua indipendenza e velocità, che si ispira la collezione SPRING SUMMER 2023 DURAZZI MILANO pensata come l’evoluzione della collezione invernale, scardinata e reinventata dal sole e dall’acqua, in una visione ciclica in cui le stagioni sono capaci di offrire, ogni volta, un dettaglio diverso di una identità stilistica molto definita.

 

Fotografata sulla spiaggia, di fronte a paesaggi in cui la Natura si fa geometria e diventa Architettura, la collezione è popolata da silhouettes sinuose di corpi femminili fasciati da body e overall da amazzone: ombre scure, severe e definite, che si accompagnano a quelle di un cavallo nero – tratto identitario dell’universo DURAZZI MILANO – che attraversa la scena come una proiezione metafisica.

 

Il fascino per una natura selvaggia e l’ibridazione uomo-animale torna prepotente, trovando la sua massima espressione in dettagli dal gusto fetish, come il piping che ricorda la criniera del cavallo a delineare i contorni di abiti fluidi – tra cui l’iconica gonna sella riproposta – alle visiere di crine. Più in generale, in tutta la collezione, è costante l’uso di dettagli in pelle, cavallino e metallo, capaci di abitare le creazioni con una ironia tutta al femminile.

 

Ritroviamo il dialogo perfetto tra forme rigorose, ricerca dell’essenziale e la suggestione per le divise – altri caratteri centrali dell’estetica di DURAZZI MILANO – nei tagli lineari di cappotti e pantaloni sartoriali in canvas di viscosa, e in camicie ispirate a uniformi proposte in mussola trasparente.

 

La purezza compositiva viene però inaspettatamente contaminata da suggestioni materiche: fondali marini, fiori seccati al sole, concrezioni coralline, pietre bagnate, ossidazioni sottomarine, riflessi metallici danno origine a tessuti capaci di raccontare universi sofisticati in cui ricordi estivi di sentieri boschivi e corse a cavallo sulla spiaggia, diventano armonie sintetiche, onde sonore della migliore musica synth.

 

E allora troviamo ricami metallici in reti di maglia, tessuti intrecciati di rafia, maglia mouliné dai toni sabbiosi, pellami argentati e traforati, stampe degradé di fiori sottomarini, dove l’immagine, come in un’allucinazione sott’acqua provocata dal canto delle sirene o per un glitch tecnologico, resta indefinita.

 

Il Made in Italy, l’artigianalità della tradizione e la fascinazione per il mondo della selleria, si ritrovano nella creazione di borse e calzature, dove gli ormai iconici riding boots, le swing e le bucket bag vengono reinterpretati con materiali inaspettati come borchie e superfici specchiate. Ma anche qui non manca il fascino dell’ibridazione raccontato da sandali in lucertola e mary jane in cavallino, in cui si ritrova il legame con il mistero della natura animale.

 

La ieraticità delle korai greche, le trasparenze acquatiche delle sculture di Roni Horn, le ombre geometriche dei cementi di Giuseppe Uncini, la musica sintetica e ipnotica di Laurie Spiegel, le ibridazioni animali di Birgit Jürgenssen, si ritrovano in una collezione in cui ogni dettaglio racconta di una donna potente, padrona del suo corpo e del suo destino, orgogliosa della sua bellezza e unicità, che trae forza dal mistero della Natura: una sirena raccontata da una donna, senza giudizio, senza morale, senza paura.

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