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COLLEZIONE AUTUNNO INVERNO 22_23

Il cavallo è un potente simbolo, è la polvere che lo zoccolo solleva, i tentativi, pazienti e costanti, di impostare regole e ritmi. E’ lo splendore selvaggio, la tenacia che sovverte ogni variabile impazzita.

Il connubio uomo-cavallo, è da tempo oggetto di studi antropologici, energetici e spirituali, capaci di evidenziare empatie e similitudini, manifeste o latenti, nei riflessi di questa secolare, misteriosa e affascinante relazione.

Da qui nasce la collezione AI 22_23 DURAZZI MILANO con l’intento di capovolgere regole compositive, smentire ogni definizione, accostare suggestioni mutuate da ambiti diversi. Ispirata da inediti connubi che, ricombinati in un linguaggio in codice, si ritrovano trasferiti su tessuti contaminati da visioni sofisticate, artistiche.

Forme che rimandano alla purezza compositiva e al rigore, tratto distinguibile dell’Universo DURAZZI MILANO, con tagli drammatici e dettagli intricati dominati da tonalità provenienti dalla materia, capaci di trasmettere un concetto identitario.

I pieni e i vuoti geometrici dell’architettura razionalista italiana, le linee pure in cui contrae lo spazio Oscar Niemeyer, la sospensione zen del Minimalismo, si ritrovano in una collezione in cui, come nella migliore produzione del design storico italiano, ogni singolo dettaglio è la realizzazione estetica di una funzionalità, e dove anche ciò che sembra non finito è l’esito di una precisa visione estetica.

L’ispirazione al mondo equestre si evolve nell’immaginazione di una donna amazzone, una figura selvaggia che dall’ibridazione con la Natura e l’Animale acquisisce i suoi superpoteri. Sono donne immaginate da una donna che, in perfetta assonanza con il tema del female gaze, vuole scardinare il punto di vista maschile da cui per secoli sono state raccontate le storie.

DURAZZI MILANO racconta una femminilità ispirata alle visioni ibridanti di grandi artiste del Novecento, dalle fisicità scultoree di Louise Bourgeois alle maschere di Birgit Jurgenseen, dagli oggetti biomorfi di Meret Oppenheim alle figure erotiche di Carol Rama.

Ecco allora un cut out che fa emergere da un pantalone di pelle, anche quella di chi li indossa, ecco criniere in mohair spuntare dalle maniche di una giacca, sul trapuntato di gonne che richiamano la forma di selle, o sul retro di calze che disegnano una nuova sensualità dal sapore dolcemente fetish.

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